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  • Anche ad Avezzano ci si muova verso la riscoperta di ciò che è cultura, DI Orietta Spera.

    30/07/2020

     Se penso alla cultura 'al femminile', ho subito in mente due icone del passato, come Gaspara Stampa e Artemisia Gentileschi. L'una, espressione di una corrente poetica che potrebbe essere attuale, l'altra, fiammante 'testa calda' che, nel periodo in cui le due vissero (1500 / 1600), certamente non fece valere i propri diritti ma, dopo una controversa e dolorosa storia di violenza, quasi vi riuscì. La cultura, poliedrica com'era e com'è, invece spesso reso appannaggio solo di alcuni ambiti, quindi indirizzata solo a pochi (perché svegliare ed erudire la mente è assai pericoloso), sovente è sfuggita a controlli e roghi di libri, toccando lidi inaspettati. È 'diventata' comunque (come atomo impazzito), per tutti e di tutti (donne comprese), sebbene abbia fatto comodo, nei millenni, per alcune importanti rappresentanze della vita sociale e politica, mantenere schiave, quel tanto che poteva bastare (in termini di ignoranza), schiere e schiere di  persone. La cultura: ad un certo punto l'umanità, in Italia, le ha dato moltissimo spazio, riafferrandola dopo la fine del medioevo, memore dei fasti dell'impero romano,  lanciandola attraverso secoli dal sapore rinascimentale, barocco, artisticamente fervidi ma anche rivoluzionari, fatti di guerre, tanto distruttive quanto forgianti e formative; tutto ciò fino a giungere ad oggi, con la perdita delle ideologie e dell'importanza della cultura. A seguito di lunghi periodi di conquiste in più campi, purtroppo ecco la  recrudescenza, il ritorno indietro. Ecco perché fa piacere (ho ascoltato diversi commenti), che, nello specifico del territorio, mediante un filtro 'rosa' che della donna non ha visione stilnovista, che non ne intravede le derive 'angeliche' ma che la evidenzia, attraverso le sue peculiarità e capacità, come attore zonale di prim'ordine. 'Donna In', kermesse del pensiero in sei appuntamenti, organizzata dal Centro Giuridico del Cittadino di Avezzano, assemblata dalla sensibilità di Augusto di Bastiano, ospitata all'interno di una magnifica 'maison' come l'Aia dei Musei', diretta con eccellente fermezza e razionalità da Flavia de Sanctus, ha aggregato più teste ed ha reso partecipi, attorno ad un caldo e raffinato focolare, uomini e donne d'ogni età, sapendoli accogliere e stimolandoli alla ricerca. Ciò, tramite il racconto interattivo  delle diverse tematiche proposte. Un invito alla riflessione, ma anche un'ottima vetrina per quei giovani, maschi o femmine che siano, che vogliano intraprendere, nel futuro, un percorso fatto d'arte, o d' ambiente, volontariato, imprenditoria e altro. Donne come protagoniste assolute, ma non per forza 'angeli', bensì soggetti che, 'colonna vertebrale della società', sostengono, anche alla luce del momento (quasi) post covid, idee d'oggi e memorie antiche, proiettate concretamente verso il futuro, quello che (da giornalista e madre), vorrei già vedere per i nostri figli.


    www.centrogiuridicodelcittadino.it

    Avezzano li  28-07-2020            

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    • 31/07/2020 | 12:00

      Antonio ha scritto:

      Carissimo Direttore , questa cultura al ' femminile' , dietro la quale stai andando , con nella mente le grandi del passato :peccato, che non sono state mai ' valutate ' come si deve . Le grandi donne le abbiamo avute in tutti i settori : letteratura , scienza e anche nel pericolo , come in guerra con la giovane e simpatica - Pulcelle d'Orléans , Jeanne d'Arc - , la quale di fece dare un esercito dal re per togliere l'assedio alla suia cara città , contro i Borgognoni e gli Inglesi . Dopo questo smacco , purtroppo per lei, fu lasciata sola , fatta prigioniera dai Borggognoni , passata agli Inglersi, per vendetta , la fecero passare per una strega e bruciata viva . La Chiesa Cattolica l'ha Santificata .Erano poco considerate anche le donne nobili , sempre sotto il ' dominio dell'uomo ' e si arrivò a considerarla un ' oggetto ', bello da vedere e sessualmente da sfruttare . Lo dimostrò Victor Hugo , in una sua commedia " Le roi s'amuse " - " Il re di diverte " , dove si canta , quella strofetta che ogni tanto canticchiano in Tv , per fare della ' Pubblicità ' - La donna è mobil / qual piume al vento , / muta d' accento e di pensier ./ Qual'è quel misero / che a lei s'affida / e le confida i suoi secreti . / Grazia Deledda . Madame Curie e tante altre ' eroine ' , che sopportarono il ' maschio dominante ! ' .Oggi, la violenza sulla donna non si ferma . Vengono anche dall'estero !!!

    • 31/07/2020 | 12:00

      CARLO ha scritto:

      Sempre più donne, e sempre più afflitte da "complesso d'inferiorità" cercano disperatamente di dimostrare ciò che sanno fare per consolarsi. Le vere donne ed i veri uomini fanno e basta, non cercano di dimostrare nulla.

    • 29/08/2020 | 12:00

      Antonio ha scritto:

      Tenendo sempre presente il ' Centro Giuridico del Cittadino e,tornando sulla ' cultura al femminile ' , mi ' intrufolo ' di nuovo, mi ficco dentro , mi intrometto senza dare fastidio , senza essere stato invitato , ma sicuro dell'appoggio del nostro carissimo Direttore , il quale, anche se non mi conosce ' de visu ', mi conosce per tutte le volte che mi rivolgo a lui . Negli annio '70 e '80 , adessao ne ho 95 , come altre volte ho accernnato , conoscevo un signor DI BASTIANO - purtroppo non ricordo il nome . Se era lui e si ricorda di me , sono, come già sa : Antonio Insardi . Negli anni '60 ero Insegnate e istruttore ' SCUOLA GUIDA ' di Sabini, su via Montello . Negli anni '70 , ragioniere : DITTA MICANGELI TRASPORTO PUBBLICO . Negli anni '80 Capo Movimento di Primo Grado nelle nuove Autolinea dell'ARPA , adesso ' ATE ' . Per finire , nell'85 in pensione e ci sto ancora - grazie a chi la vita ci dona - . Al nostro caro Direttore dedico questa poesia : " LO ZUFOLO DEL VELINO " - Un dì, lungo le falde del Velino, / mi parve di sentir quel suo bel canto ./ Fermo e con l'orecchio al vento , / cercai di sentir la provenienza . / E quando quelle note vaganti nell'aria giunsero di nuovo al mio cervello , / mi porsi a risalir verso la vetta : / svelto il passo quanto più potevo , / per giungere al più presto a quell'incanto . / Man mano che salivo la melodia / aumentava di tono e di spessore . / Nell'anima penetrava quel celeste canto . / Mi dava forza e alleggeriva il passo , / scemava l'affanno della mia corsa / e , come volando , mi trovai in alto . / In bocca era di un giovane pastore, / che verso il cielo , quasi a pecorelle , / madava il dolce e melodioso canto . / Mi fermai ai suoi piedi e, nell'incanto , ascoltai quel zufolo come se fosse / un flauto magicio e pieno di malia . / E chi ne modulava il dolce suono , / fosse un fauno sorto per magia / e dilettar voleva l'anima mia .