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  • Inizia il Giro D'Italia di ciclismo e, come ho già fatto in un'altra occasione, voglio ricordare Vito Taccone, il nostro indimenticato campione.(di Roberto Di Bastiano)

    11/05/2019

    Quei pomeriggi di fine primavera del 1963 furono e restano indimenticabili per tutti gli avezzanesi. Alle 15,30 eravamo tutti incollati a quelle poche televisioni che c’erano e chi l’aveva, la TV, era destinato ad avere la casa strapiena di “pubblico” (non pagante!). Al massimo ci si portava dietro la sedia! Avezzano, in quei pomeriggi , era deserta. Il motivo era lui, il grande campione: Vito Taccone!
    Quell’anno , il “camoscio di Abruzzo” inanellò una serie di cinque vittorie di tappa, di cui quattro consecutive! Meglio di Vito, fino ad allora, aveva fatto solo Binda che, nel 1929, di tappe in sequenza ne aveva vinte 8. 
    Taccone vinse la tappa del 28 Maggio (La Spezia-Asti) del 29 Maggio (Asti-Santuario di Oropa), del 30 Maggio (Biella-Leukerbard) e del 31 Maggio (Leukebard-Saint Vincent). Poi vinse anche la tappa del 7 Giugno, da Belluno a Moena. Fu vincitore della classifica del miglior scalatore con 520 punti, pensate che il secondo ne conquistò solo 120. 
    Io (nel 1963) avevo nove anni , ma ricordo perfettamente che, dopo la terza vittoria, si cominciarono a sentire le campane della Chiesa che suonavano per ogni successo di Vito. Avezzano, quando la televisione si collegava alla tappa, si fermava. Io me ne andavo al Gran Caffè e, assieme a tanti altri, guardavamo attenti le immagine in bianco e nero del Giro D'Italia. Mi ricordo quel televisore, con la cassa di legno, che si ergeva su una colonnina di legno posta in fondo alla sala principale del Gran Caffè, strapiena. Fuori c’era un’Avezzano spopolata che aspettava solo che Vito tagliasse per primo il traguardo. Sergio Zavoli, allora conduttore del “Processo alla tappa” (storico programma di commenti del dopo-giro), lo invitava sovente nella sua trasmissione perché quando c’era Taccone lo spettacolo era assicurato. Vito era schietto e, commentando le tappe, diceva pane al pane e vino al vino! Quell’anno correva con la Lygie (corse con l'Atala, la Vittadello, con la Salvarani la squadra che fu di Adorni...) 
    Ricordo pure che quando Taccone tornò ad Avezzano , in quello storico 1963, lo fecero salire su un' automobile “scappottata” e lo portarono fino al Municipio, tra due ali di folla impazzita. 
    Io ero ad aspettarlo, sulle spalle di Papà, di fronte al bar di Ciccio sotto i portici. Alcuni giovanotti erano saliti sugli alberi di piazza Risorgimento e la scalinata della Cattedrale era stracolma di persone. Insomma una festa che, mi disse Papà, ad Avezzano non c’era mai stata e che tutta quella gente non si era vista nemmeno quando venne il Duce.

    Vito Taccone morì il 15 ’ottobre del 2007, a 67 anni, di infarto mentre era in casa. Ai funerali,che si tennero nella chiesa di San Giovanni, parteciparono vari campioni che avevano corso con lui. Intervenne anche un anziano Sergio Zavoli che volle onorare, con la sua presenza, il grande, indimenticabile campione. 
    Io nel 2007 avevo 53 anni, ma quando vidi il feretro allontanarsi dalla chiesa, tra gente commossa, mi rividi bambino e ripensai a quei pomeriggi gioiosi e indimenticabili trascorsi al Gran Caffè a guardare in TV le immagini in bianco e nero del Giro D'Italia e a gridare, assieme a tutti gli avezzanesi: "forza Taccone, grande campione!"

      

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    • 12/05/2019 | 12:00

      Antonio ha scritto:

      ho letto con piacere questo articolo e mi riporta a quei tempi folgoranti del grande Vito "un grande camoscio d'Abruuzo e per la gloria del ciclismo e la soddisfazioone di tutti i tifosi del ' Giro d'Italia, ma in quel caso particolare , della primavera del 1963 , fu un trionfo di fans del grande Vito ( anche se non era tanto grande di statura ; ma grandi e forti i suoi muscoli delle gambe che riuscivano a macinare chilometri e chilometre per riportare le famose sue vittorie di tappa, quasi come Binda che avevo visto in una tappa Roma- Napoli e che passava vicino al mio paese - Colfelice - tra Cassino e Sora. Avevo 4 anni e stavo con mio fratello , il quale per farmi vedere bene i - girini - mi mise sulle sue spalle . Ricordo anche i grandi : Coppi e Bartali venuto una volta durante la Settimana Marsicana e fecerò , mi sembra 20 / 30 volre il giro di Piazza Torlonia . Poi ci fu festa su Piazza Risorgimento , dove presentava lo spettacolo Corrado Mantoni , presentatore della TV . Era una settimana grandiosa . Avevamo anche le grande Fanfare : complessi musicali , che ci deliziavano con pezzi di Opere dei grandi nostri compositri . Ci vennero a trovare sempre su Piazza Risorgimento i - Paracadutisti , che si vedevano in aria come tanti - aquilotti - la loro discesa quasi lenta era veramente uno spettacolo indimenticabile .